Alla luce delle nuove misure emanate dal Governo in termini di emergenza CoronaVirus, ecco l’intervento del professor Silvano Tramonte:
Settimana l’altra ho scritto un articolo che è piaciuto tanto alla redazione di Bergamo News da volerne trarre un’intervista che ha totalizzato in pochi giorni più di ventimila visualizzazioni. A pochi giorni di distanza le cose sono precipitate al punto da indurmi a scrivere un nuovo articolo non per ritrattare quanto affermato nel precedente quanto piuttosto per chiarire ed aggiornare. Dicevo che il virus non è particolarmente pericoloso ma che pericolosa era la velocità del contagio e dicevo che gli studi dentistici sono tra i luoghi più sicuri. Dicevo che bisognava continuare a vivere. Tutto vero ancora adesso, ma nel frattempo la situazione si è terribilmente modificata: è arrivata l’onda di piena dei contagiati. I reparti di terapia intensiva sono stati saturati velocemente, i medici precettati, i medici in pensione richiamati, i ventilatori esauriti, i turni sono diventati massacranti. E i medici si ammalano pure… In questa situazione, ora, nel momento stesso in cui scrivo, la priorità è una sola: rallentare il più possibile il tasso di ricoveri giornalieri. In taluni ospedali si è deciso di non intubare più gli over sessanta per privilegiare pazienti più giovani e in migliori condizioni di salute. Dunque la priorità è assoluta: ridurre i contagi, rallentare la diffusione del virus. Ad ogni costo ed in ogni modo, altrimenti non sarà più il virus ad uccidere ma la mancanza di cure, l’impossibilità di curare tutti… e il tasso di mortalità aumenterà notevolmente rispetto allo standard di questo virus. Di fronte all’aggravarsi della situazione sanitaria, diventa imperativo mettere in atto le uniche misure capaci di garantire al massimo l’effetto di rallentare i ricoveri: il drastico taglio dei contatti. Bisogna ridurli al minimo per garantire la possibilità di un accettabile turnover nei reparti di terapia intensiva. I tempi di ricovero non si possono ridurre, bisogna ridurre i ricoveri.
Molti sperano, e confidano, in una risposta della scienza: vaccini, terapie, farmaci. Mi dispiace dover deludere tali aspettative ma i tempi della scienza sono lunghi. Siamo di fronte ad un nemico ignoto e non abbiamo armi di alcun tipo, l’unica cosa che possiamo fare è aiutare i pazienti a resistere, sostenerli nella loro battaglia ma l’unica arma utile è la risposta immunitaria del paziente. I farmaci arriveranno ma oggi le uniche armi disponibili sono l’organizzazione e la razionalizzazione delle risorse, il contenimento della velocità del contagio e il rallentamento della diffusione del virus. L’informazione corretta è doverosa, la gente deve sapere come stanno le cose, deve sapere perché deve fare certe cose, o non farle. Domenica un decreto urgente del Consiglio ei Ministri ha suscitato reazioni anche incongrue e inconsulte: rabbia, fuga dalla regione, opposizione, sospetto e paura ma non tanto del virus bensì di oscuri e fantasiosi complotti. Ebbene, lasciate che vi dica che quelle misure non sono tanto rigorose come avrebbero dovuto, per insipienza, per codardia o per timore di scatenare il panico, non so, ma certamente ancora una volta siamo abbastanza liberi di fare la cosa sbagliata, e già questo è pericoloso, in questo momento. La cosa giusta è limitare tutto al minimo, diminuire all’indispensabile i contatti e le attività. Tenere duro e resistere.
Per questo io sospendo le mie attività lavorative restando reperibile solo per le urgenze, urgenze vere. Come da codice etico. Quel codice che obbliga ogni medico ad anteporre l’interesse del paziente al proprio. E in questo momento l’interesse del paziente è essere difeso da un possibile benché improbabile contagio. E tanto più quanto più elevata è l’età anagrafica. Gli eventi considerati urgenze sono:
Pulpiti, complicanze postchirurgiche, emorragiea, alveoliti, infezioni, parodontite acuta, frattura di un elemento dentale con esposizione della polpa, perdita traumatica di un elemento dentale.