Si definisce Implantologia a carico differito quella tecnica implantologica che si avvale di impianti a due componenti, parte endossea e parte monconale esterna per le protesi cementate o parte endossea e protesi avvitata direttamente sull’impianto o attraverso connettori intermedi. Tipica implantologia di scuola svedese, nata specificatamente per essere utilizzata per il carico differito e poi italianizzatasi per poter fare anche il carico immediato. Il carico differito presuppone che l’impianto venga inserito nell’osso e lasciato in quiescenza sotto il tessuto gengivale oppure transmucoso fino alla totale guarigione dell’osso. Secondo i principi enunciati da Branemark, bisognava aspettare dei mesi che gli impianti si osteointegrassero prima di essere caricati. Tale visione è stata quasi interamente abbandonata, tranne nei casi infrequenti in cui si riconosce la necessità di utilizzare il carico differito. In passato, infatti, per gli impianti a componentistica protesica derivati dalle prime fixture di Branemark, si attendeva l’avvenuta osteointegrazione dell’impianto prima di caricarlo con la protesi per evitare eventuali micro movimenti che avrebbero potuto comprometterne lo sviluppo. Questo era dovuto al disegno degli impianti sommersi che non era adeguato a reggere il carico prima che si fossero osteointegrati. Inoltre, l’implantologia svedese ha scoperto con un ritardo di 30 anni la correttezza di elettrosolidarizzare gli impianti tipico della scuola italiana che, essendo a carico immediato obbligato, aveva fin dagli inizi degli anni 60 messo a punto tutte le tecniche adeguate a perseguirlo con successo.
L’implantologia a carico differito è indicata quando si ha la necessità di aspettare la guarigione dei tessuti o perché interessati da una precedente chirurgia ricostruttiva o perché le capacità meccaniche dell’osso non danno garanzie si sopportare anche il carico oltre a dover guarire includendo stabilmente un impianto che poi dovrà sopportare i carichi masticatori che sono piuttosto pesanti. Il carico differito consiste nell’inserire l’impianto e sommergerlo completamente sotto la gengiva che viene suturata sopra di esso per proteggere i meccanismi di guarigione in caso di interventi ricostruttivi dell’osso eseguiti in contemporanea all’inserimento dell’impianto. Nel caso invece non ci sia questa esigenza o condizione, dopo aver inserito l’impianto nell’osso si possono usare tappi di guarigione transmucosi, che permettano cioè alla gengiva di guarire realizzando un tragitto stabile per l’inserimento della parte protesica avvitata o del moncone su cui verrà montata e fissata la protesi con apposito semento. Questa tecnica permette di evitare la seconda chirurgia per disseppellire l’impianto e un’ulteriore necessità di guarigione e rischio infiammatorio o infettivo. La tecnica del carico differito prevede che l’impianto riposi per un tempo variabile a seconda di tutta una serie di condizioni ed esigenze prima che venga caricato con una protesi provvisoria che, di solito, ha anche il compito di condizionare la gengiva per darle un aspetto esteticamente più valido. La tecnica del carico differito richiede tempi piuttosto lunghi e fasi più complicate e numerose di quelle del carico immediato ed è per questo che è stata sempre più soppiantata dal carico immediato.
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