Un solstizio d’estate capace di regalare un momento unico, quello dell’arrivederci a settembre, quello del passaggio e del saluto, quello degli abbracci e dei sorrisi. Pensieri, immagini, sensazioni e suggestioni di un viaggio: questi tutti gli ingredienti che hanno reso unica e speciale l’ormai tradizionale festa organizzata dai Centri Implantologici Tramonte. L’ottavo evento è quello andato in scena nella serata di giovedì 22 giugno e, a fare da cornice, ancora una volta, il parco della settecentesca Villa Moroni, sede bergamasca degli studi. Tante le note felici di una serata speciale organizzata per i tanti pazienti e amici intervenuti per l’occasione: prelibatezze, bollicine, musica e soprattutto tanta buona compagnia ciò che hanno reso speciale una festa destinata a rimanere nella memoria degli ospiti. Le note diventate sinfonia grazie a Massimo Numa e a Domenico Magnone, l’eleganza della location e l’allestimento voluto a metà strada tra il verde del parco e l’atrio della villa sono stati solo alcuni dei tasselli di un puzzle che è andato via via componendosi durante la serata. Ad impreziosire l’evento, poi, ci ha pensato Maresa Cancelli, che ha regalato ai tanti bambini presenti una vera notte di magia catapultandoli nel fantastico mondo delle fate e dei folletti: una porta capace di aprirsi solo con una parola magica, un bastone sciamanico dagli strani poteri, corridoi e giochi di tulle sono stati solo alcuni dei tratti di un’area dedicata interamente ai piccoli pazienti. Per una sera, il parco di Villa Moroni si è infatti trasformato in un vero bosco fatato, dove emozioni, capovolgimenti di ruoli e fantasia hanno preso il sopravvento per la gioia di grandi e piccini. Un momento davvero unico nel suo genere, capace, come con la figura di Puck nell’opera shakespiriana “Sogno di una notte di mezza estate” di fare da ponte tra il mondo degli uomini e quello delle fate. Una rappresentazione anche a tratti onirica che ha lasciato la sua scia anche in un altro momento particolare della serata, quando il dottor Tramonte, anima dei Centri, ha scelto di mettere in scena, recitando, il suggestivo quadro della “morte del cervo”, tratto dalla raccolta di liriche Alcyone di Gabriele D’Annunzio. Una scena epica recitata quasi come un vespro, con una dialettica penetrante, a tratti frenetica e incalzante che ha lasciato i presenti a bocca aperta: una manciata di minuti per potersi gustare non solo uno dei passi più belli della letteratura italiana, ma anche per poter ammirare l’implantologo di fama mondiale sotto una veste completamente differente. La poesia come registro delle immagini del mondo, quel mondo che, per una sera, si è goduto il fermo immagine di quanto di bello può esserci nei rapporti veri e sinceri che si instaurano tra le persone. Un legame speciale, quello che unisce lo staff dei Centri ai tanti ospiti voluti e chiamati per l’occasione, perché questa è da sempre la filosofia degli Studi, perché l’intento è sempre stato e sarà sempre quello di vivere la professione come una missione, creando una grande famiglia dove ciascuno ha il suo ruolo e la sua importanza. Un legame speciale e imprescindibile costruito e consolidato nel tempo e anche la festa di quest’anno ne è stata l’ennesima dimostrazione non solo per il numero degli accorsi, ma anche per l’attaccamento dimostrato ai Centri che non rappresentano solo un punto fermo nella vita dei pazienti per competenza e professionalità medica, ma soprattutto un porto sicuro dove poter instaurare un rapporto unico e vero da persona a persona. Per una sera, infatti, nessuna distinzione di ruolo: svestiti dai camici e dai panni di medico o assistente, i tanti volti degli Studi di Piazza Castello e Villa Moroni si sono mescolati con quelli dei pazienti amici che animano i Centri, si sono confusi e fusi fino a creare un unico grande sorriso che se ne è andato solo al calar della notte.
Un ringraziamento speciale al nostro fotografo ufficiale, amico e paziente, Mario Lubrano.























































