IL DOTT. TRAMONTE SU:  BRUXISMO E SERRAMENTO.

 

Bruxismo e serramento sono due anomalie di funzionamento dell’apparato stomatognatico (il complesso costituito dai denti, le mascelle, i muscoli della masticazione, le articolazioni temporomandibolari e i nervi che controllano queste strutture).

Differenze tra bruxismo e serramento.
Il bruxismo è, in sostanza, il digrignamento dei denti continuo o intervallato da pause, ma che si estende per buona parte del giorno e/o della notte. Il serramento, invece, non comporta movimento delle strutture, ma è una semplice contrazione in massima intercuspidazione che porta a stringere i denti con notevole sviluppo di forza muscolare.
Si chiamano parafunzioni, cioè funzioni anomale, e comportano danni a tutte le strutture che entrano in gioco:

  • i denti si consumano o si fratturano;
  • le otturazioni saltano;
  • le protesi si spezzano;
  • gli impianti si rompono o si scardinano;
  • il parodonto attorno ai denti si ammala;
  • l’osso si ritira dalle radici e dagli impianti;
  • i masseteri (i muscoli masticatori situati sulla parte esterna della mandibola) si ipertrofizzano con rilievi antiestetici nelle signore.
  • le articolazioni temporomandibolari si usurano o si lussano.
    Possono inoltre verificarsi eventuali danni cervicali e alla postura.

Dunque è una situazione assai grave dalle conseguenze potenzialmente gravissime. Da prendere molto seriamente.

Diagnosticare bruxismo e serramento.
Spesso il paziente non ha coscienza di soffrire di questo genere di parafunzione o della sua intensità. Motivo per cui potrebbe non segnalare il disturbo al proprio dentista. Anche per questo, nel caso di parafunzioni di recente insorgenza, la diagnosi può non essere facile. Invece, quando si tratta di bruxismo o serramento protratto nel tempo, i segni che lascia sono inconfondibili e rendono la diagnosi immediatamente evidente.
La causa delle parafunzioni è di origine nervosa centrale ed è la modalità con cui scarichiamo tensioni e stress. Una vera e propria terapia odontoiatrica non esiste, essendo più di pertinenza psicologica in molti casi; ciò che si può fare è interporre tra le arcate un apparecchietto chiamato bite, un dispositivo da indossare di notte (ne esistono anche di diurni per i casi più gravi) costituito da una mascherina trasparente in resina, prodotta su misura (deve aderire alle due arcate dentali, che sono diverse da persona a persona). Il bite diminuisce lo stress per le strutture biologiche interponendosi tra le arcate.

Un rimedio moderno.
Da qualche anno a questa parte, però, si è resa disponibile un’altra modalità di intervento: le infiltrazioni di tossina botulinica. Come ormai tutti sanno, la tossina botulinica è entrata da molto tempo nella prassi di intervento soft surgery in medicina estetica, insieme ai filler, ai fili di trazione e a tutta una schiera di elettromedicali dalle possibilità più disparate. In medicina estetica il botulino viene utilizzato per spianare le rughe grazie al suo effetto rilassante sulla contrazione muscolare, ma la sua efficacia è tale da farlo considerare una vera e propria terapia per trattare, oltre al bruxismo, strabismo, tremori, tic, distonie, torcicollo, emicrania, blefarospasmo o sudorazione eccessiva. Personalmente, mi è apparso subito interessante e piuttosto utile ma, come mio costume, ho aspettato qualche anno per utilizzarlo per vedere se avesse eventuali effetti avversi a medio e lungo termine e, anche, per dare tempo al tempo e lasciare che si definisse sicuramente quale fosse la dose indicata. Alla fine l’ho adottato, con ottimi risultati e piena soddisfazione dei pazienti, molti dei quali lo hanno tanto apprezzato da tornare a chiedere ulteriori applicazioni al venire meno dell’effetto. Il suo uso, infatti, elimina tensioni muscolari, affaticamento mattutino dei muscoli masticatori, cefalee, dolori articolari e disturbi del sonno.

Solitamente già dopo una quindicina di giorni si ottiene una riduzione del fenomeno parafunzionale. Un’eventuale dose di rinforzo è sempre possibile nel caso l’effetto sia ridotto. Una volta a regime l’effetto dura circa 6 mesi dopo di che il trattamento va ripetuto. È possibile che dopo il secondo o terzo trattamento avvenga un ricondizionamento muscolare che renda inutili successive inoculazioni. Al venir meno dell’effetto, comunque, il paziente avverte il ripresentarsi del corredo sintomatologico ed è lui stesso a richiedere l’intervento successivo.

I profili di efficacia e sicurezza del farmaco sono noti e rassicuranti in massimo grado, le dosi sono ormai sperimentate da anni e concepite per modulare l’attività muscolare senza comprometterla. Le uniche controindicazioni esistenti sono le allergie specifiche, eventuali malattie neuromuscolari, gravidanza e allattamento.

L’applicazione di tossina botulinica è molto utile per trattare i disturbi dell’articolazione temporomandibolare e attenuarne o risolverne la sintomatologia. Insomma, da sola o in associazione al classico bite, la tossina botulinica, oggi, risulta un grande presidio farmacologico per contrastare una patologia che, fino a ieri, ci vedeva alquanto disarmati.

Il controllo periodico con tecnologia digitale dell’attività masseterina con apparecchiature in grado di rilevare e registrarne i cicli circadiani come il DiaBruxo è molto utile e importante per personalizzare gli interventi e gestirli nel tempo.

Infine, è importante fare un cenno speciale all’implantologia a carico immediato in generale, e in particolare in quei pazienti in cui per motivi anatomici o metabolici l’osso non garantisce la massima qualità. In questi pazienti un’applicazione di tossina botulinica può fare la differenza riducendo di molto i carichi occlusali durante la fase di osteointegrazione e rivelandosi un validissimo presidio per aumentarne la percentuale di successo o ridurre eventuali complicanze o problematiche.