Sin dall’inizio di quella che si sarebbe definita successivamente una pandemia, abbiamo da subito adottato tutte le misure atte alla protezione di tutti i nostri pazienti e del nostro personale.

Abbiamo ampliato e inasprito i protocolli per ricevere i pazienti, distanziando gli appuntamenti, accompagnando ogni singolo paziente in bagno appena entrato e fornendolo di disinfettante adeguato da utilizzare dopo aver lavato le mani.

Dalla riapertura il paziente viene disinfettato nella zona check point e dotato dei presidi monouso necessari per poi essere accompagnato nelle sale cliniche.

Tutti gli operatori sono stati muniti di camici monouso da utilizzare sopra i camici classici, mascherine adeguate al tipo di intervento per la difesa dell’operatore e del paziente, maschere facciali e schermi per gli occhi, cuffie e guanti.

Tutti i piani lavoro e non solo, le porte d’ingresso, le maniglie, i pulsanti degli ascensori venivano disinfettati per ogni ingresso e per quelli successivi, alla riapertura si sono intensificate le operazioni e i centri si sono dotati di strumenti aggiuntivi per garantire la tutela nei confronti dei pazienti e degli operatori.

Appena si è palesato il grave problema della diffusione massiva del virus, i centri sono stati chiusi e l’11 marzo 2020 abbiamo ricevuto gli ultimi pazienti con problemi o lavori irrimandabili.

Dal 12 marzo i centri hanno osservato rigorosa chiusura ma hanno risposto prontamente alle urgenze, con la gestione soprattutto telefonica, supportando i pazienti con consigli pratici, prescrizioni farmacologiche ed infine con intervento operativo là dove veramente necessario.

I centri hanno offerto supporto anche a quei pazienti che, pur non essendo pazienti dello studio, avevano problemi o difficoltà. Abbiamo dato aiuto a pazienti persino di altre regioni, suggerendo il da farsi o inviando ricette per poter acquistare i farmaci .

Ci siamo faticosamente approvvigionati nel corso del mese di aprile 2020 dei DPI necessari alla riapertura, nonostante la sua previsione fosse assolutamente incerta, ma anche per le urgenze trattate e abbiamo utilizzato tutte le precauzioni necessarie evitando sempre di utilizzare strumenti che potessero produrre aerosol.
Per il problema della contaminazione delle acque che circolano nei nostri riuniti (le poltrone odontoiatriche) abbiamo già in passato utilizzato un dispositivo che consente l’utilizzo di acqua che non arriva dal circuito idrico, ma da una fonte interna arricchita di perossido di idrogeno, che consente di disinfettare ed abbattere la carica virale risucchiata eventualmente nei circuiti. Il perossido diluito può entrare nella bocca del paziente, ma in questo modo l’aerosol che deriva dall’utilizzo delle turbine veicola anche il perossido insieme alle particelle di saliva e acqua, contribuendo ad abbatterne la carica batterica e virale.

Per la riapertura si è protocollato che ogni piano di lavoro ed i riuniti vengano dapprima passati con i disinfettanti classici che ci hanno sempre consentito di gestire le infezioni crociate e in aggiunta con un mini compressore vengono nebulizzate tutte le superfici orizzontali, verticali e gli oggetti fissi esterni con un disinfettante a base di ipoclorito.

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