Si fa un gran parlare di etica, tutti la invocano e tutti a lei si riferiscono, ma poi, oltre a questo? Marketing etico? Va bene, ma cosa vuol dire? Com’è? Oltre le parole cosa c’è in realtà? Ben poco, per non dire nulla. Nessuno si occupa veramente di etica dando per scontato che la si raggiunga investendo in tecnologia e aggiornamento professionale, ma questa non è etica ma solo una sottile forma pubblicitaria. Ciò che muove tutta questa fervente attività non è l’interesse per il paziente ma l’interesse per una redditività aziendale in cui l’interesse per il paziente non è un fine ma un mezzo. L’interesse per il paziente può configurarsi in modi alquanto diversi e ognuno di questi modi ha implicazioni diverse e porta a conseguenze diverse. Faccio un esempio molto chiaro: un dentista molto bravo oggi è fortemente specializzato in una branca e questo comporta il fatto che nelle altre branche sarà meno bravo. Se è davvero preoccupato dell’interesse del paziente dovrà farsi affiancare da specialisti di ogni altra branca. Ma questo ha dei costi notevoli e se uno studio è piccolo (1 o 2 riuniti) il guadagno del titolare si ridurrà moltissimo e, in certi casi, al di sotto del livello di sostenibilità. Un’alternativa è quella di derivare il paziente a collega più bravo, ma questo significa perdere il paziente e dunque un introito per la struttura. Dunque l’interesse del paziente entra inevitabilmente in conflitto con l’interesse del medico. E’ qui che entra in campo l’etica: anteponendo all’interesse personale quello del paziente e mettendolo sempre in primo piano, accettando di pagare il prezzo che l’Etica comporta e cioè rinunciare a grosse soddisfazioni economiche, investire in tecnologia davvero utile e rinunciare a quella d’immagine che non persegue il vero interesse del paziente ma quello della struttura, affiancarsi di buoni e validi collaboratori, interni od esterni, e, all’occorrenza, inviare il paziente dal collega esperto. Il paziente deve pensare che tutti i costi graveranno, inevitabilmente e giustamente, sul suo preventivo ampliandolo e gonfiandolo in misura notevole. Il paziente non sarà in grado di discernere quale sia la tecnologia davvero necessaria e quale quella di marketing ma almeno saprà che una struttura superattrezzata non necessariamente è garanzia di comportamenti etici. L’etica comporta sacrifici. Sacrifici di ogni genere: personali ed economici, e non si compra insieme alle macchine, agli effetti speciali, e alle mode del momento. Compiacere il paziente con servizi collaterali è oggi norma piuttosto diffusa, a carattere commerciale, per suscitare nel paziente un atteggiamento benevolo e di preferenza nei confronti della struttura di ricezione, ma tale compiacimento deve limitarsi all’accoglienza mentre la relazione medico-paziente deve configurarsi come una PRESA IN CARICO DI RESPONSABILITA’ DA PARTE DEL MEDICO DELL’INTERESSE DEL PAZIENTE LA CUI TERAPIA, CORRETTA E RISPETTOSA DELLE INDICAZIONI ANAMNESTICHE, DIAGNOSTICHE E PROGNOSTICHE, DEVE RISPONDERE ESCLUSIVAMENTE ALL’INTERESSE DEL PAZIENTE, CIOE’ ESSERE LA MIGLIORE PER LUI, SECONDO I PIU’ AFFERMATI PRINCIPI DI ETICA TERAPEUTICA.