Fino al 1998 il trattamento delle edentulie in presenza di gravi atrofie mandibolari  prevedeva due tipi di approcci: la traslazione del canale mandibolare e la ricostruzione della cresta ossea mandibolare per apposizione di blocchi di osso autologo.
Tecniche spesso rifiutate dai pazienti.
La traslazione del canale mandibolare è caduta ormai in disuso in ragione del numero di reliquati più o meno gravi che la manipolazione del nervo mandibolare comporta mentre la ricostruzione crestale con blocchi di osso autologo o di banca è un intervento spesso rifiutato dal paziente per la sua
invasività (l’insulto chirurgico è veramente molto importante), impredicibilità (i riassorbimenti a distanza sono percentualmente molto rilevanti) e infine i tempi totali del trattamento che sono certamente scoraggianti.
Ci sono inoltre pazienti che, in assenza di trattamenti accettabili in relazione alla possibilità di recuperare la capacità di relazione sociale in tempi brevissimi nel post-chirurgico e brevi per la soluzione protesica, sono virtualmente esclusi da qualsivoglia intervento riabilitativo e vanno incontro a severe degenerazioni cliniche e funzionali.
E’ proprio nel tentativo di affrontare l’esigenza, e la richiesta, di questa categoria di pazienti che è stata concepita e realizzata una  tecnica chirurgica, l’IMPIANTO A CAVALIERE LATERALE appunto, per il trattamento di questa condizione per la quale spesso resta come unica soluzione praticabile, ma non gradita e certamente scarsamente efficace, la protesi scheletrita o la protesi mobile completa nel caso che l’edentulia mandibolare sia totale.
Il primo intervento, realizzato ormai più di venti  anni fa, fu eseguito su un paziente di sesso maschile di anni 54,VP, portatore di una grave atrofia del processo alveolare destro della mandibola. Da allora si sono eseguiti numerosi interventi, la percentuale di successo dei quali è elevatissima.
L’intervento viene programmato dopo esecuzione di una TAC per il rilevamento di tutte le quote interne mandibolari, è relativamente semplice, ma richiede una enorme precisione chirurgica.

Si procede al termine della seduta chirurgica  al montaggio della protesi provvisoria fissa, anche in questo caso si tratta di implantologia a carico immediato.
A due/tre mesi si realizzerà la protesi definitiva.
Tutti gli impianti a cavaliere laterale eseguiti sino ad ora hanno ottenuto il pieno successo.
In conclusione si può affermare che la tecnica proposta dell’impianto a cavaliere laterale rappresenta una valida alternativa alle più onerose ed invasive tecniche riabilitative.

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