Il trattamento chemioterapico ha come bersaglio le cellule che si riproducono rapidamente come quelle neoplastiche, emopoietiche, del sistema immunitario e quelle in attiva replicazione. Tra queste ultime a livello del cavo orale ritroviamo i cheratinociti: il blocco della loro replicazione espone il paziente alla formazione di ulcere ed eritemi con rallentamento dei processi riparativi e, in generale, a un assottigliamento delle mucose orali che diventano meno resistenti agli insulti meccanici con conseguente sanguinamento e maggiore suscettibilità alle infezioni.
Le linee guida consigliano di non procedere prima di 6 mesi dal termine della terapia anticancro, in modo che i globuli bianchi e le piastrine ritornino in un range accettabile e di intervenire solo se la zona di interesse risulta perfettamente sana sia dal punto di vista clinico sia radiologico. In questi pazienti il periodo postoperatorio è gravato dal il rischio d’infezione derivante dalla xerostomia e dall’immunodeficienza residue, dunque sarà importantissimo sapere che bisognerà apprendere e praticare una corretta igiene orale di mantenimento, ma anche in questo caso maggiormente indicati saranno impianti la cui carica nociva sia più bassa possibile, come gli impianti monoblocco a carico immediato di scuola italiana
Il carico immediato in implantologia dal 1959
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